Thursday, September 18, 2008
LA GUERRA DELLA TOPONOMASTICA, DA GRAMSCI ALLA MAFIA
ROMA, 18 SET - La "guerra della toponomastica" si
arricchisce di un nuovo episodio. A Cento, nel ferrarese, la
giunta di centrodestra (che già aveva tentato di intitolare una
via al gerarca fascista Igino Ghisellini) ha approvato un ordine
del giorno che mette al bando strade e piazze intitolate a
personaggi riconducibili al comunismo. A farne le spese
(scatenando inevitabili polemiche), l'unica via della città che
rientra in questa casistica: via Gramsci.
Sulla memoria si combatte da anni, in provincia e nelle
metropoli, da nord a sud. A Roma - la battaglia si è riaccesa
con l'elezione a sindaco di Gianni Alemanno - lo scontro è
sull'opportunità di intitolare una strada a Giorgio Almirante,
leader storico della destra italiana, ma anche direttore della
rivista "La difesa della razza" durante il Ventennio.
Dibattito acceso per la scelta di rendere omaggio a un
protagonista del periodo fascista anche a Verona, nell'agosto
scorso, dopo l'intitolazione di una strada a Stefano Rizzardi,
un volontario della Repubblica di Salò. Del resto anche nella
meno sospettabile Ravenna, una circoscrizione ha deciso,
all'unanimità, di dedicare una via o una piazza al primo
podestà della città, Celso Calvetti. A metà degli anni '90,
l'allora sindaco di Latina Ajmone Finestra (An) decise di
"tornare all'antico", rinominando Littoria il quartiere
centrale della città, e battezzando strade e piazze con nomi di
personaggi e località geografiche cari al Ventennio.
Sul fronte opposto, le città "rosse" da sempre si
sbizzarriscono con via Lenin, via Stalingrado, via Gramsci, per
arrivare all'"epicentro" del reggiano dove si trovano
addirittura vie Ho Chi Min e Maresciallo Tito. Fino a Cavriago,
comune il cui sindaco onorario, dal 1917, è Vladimir Ilic
Lenin.
Anche la lotta alla mafia è oggetto di scontro, quando si
tratta di ricordarne i protagonisti. Ultimo caso, a Comiso (Rg),
dove la giunta ha cancellato l'intitolazione dell'aeroporto al
parlamentare del Pci Pio La Torre, ucciso dalla mafia nell'82,
ripristinando, dopo appena un anno, la vecchia intestazione:
"Vincenzo Magliocco", generale dell'Aeronautica morto in
Etiopia nel '36. E sull'aeroporto Falcone e Borsellino, il
principale dell'isola, a pochi chilometri da Palermo, l'anno
scorso, il presidente dell'assemblea regionale siciliana
Gianfranco Micciché ha pubblicamente osservato che
l'intitolazione ai due magistrati uccisi dalla mafia,
"trasmette un'immagine negativa della Sicilia".
Su altri personaggi, legati alla storia recente del paese,
continua un dibattito che si è aperto, di fatto, il giorno dopo
la morte. E' il caso di Bettino Craxi, a cui alcuni comuni hanno
già dedicato vie, suscitando non poche opposizioni. (ANSA).
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