Monday, August 11, 2008
Le mie inchieste per Lumsa News/Morti bianche
ROMA- Il problema delle morti bianche è stato riportato all’attenzione dalla recente tragedia della ThyssenKrupp. Per comprendere l’effettiva portata del fenomeno, abbiamo dato un’occhiata alle ultime statistiche: secondo l’INAIL, nei primi nove mesi del 2007 i casi di infortuni mortali sul lavoro sono diminuiti del 2,1% rispetto al periodo omologo dell’anno precedente. Tra i mesi di gennaio e quello di settembre 2007, infatti, ci sono stati 965 casi di infortuni mortali sul lavoro, rispetto ai 986 riscontrati nello stesso periodo del 2006.
Anche se i numeri fanno registrare una lieve diminuzione dei casi di morti sul lavoro, abbiamo cercato di commentare i dati relativi alla provincia di Roma e alla Regione Lazio con Antonio Napolitano, direttore della sede regionale dell’ INAIL .
L’episodio della ThyssenKrupp ha riportato all’attenzione il tema delle morti sul lavoro. Quali sono le proporzioni del fenomeno a Roma e nel Lazio e i settori maggiormente colpiti?Da questo punto di vista la Regione Lazio può considerarsi una regione “virtuosa”, poiché il tasso di mortalità è molto inferiore se confrontato con quello di altre regioni italiane. Questo perché la maggior parte delle imprese laziali operano nel settore terziario. In ogni caso, la maggior parte degli episodi si riscontra prevalentemente nel settore dell’edilizia e in quello dei trasporti.
Quali sono gli ultimi episodi riscontrati nella Capitale?Il mese di dicembre è stato molto negativo. A pochi giorni di distanza si sono registrati vari episodi:
un operaio di 22 anni ha perso la vita cadendo da un’impalcatura a Pomezia e si tratta del secondo caso in due anni avvenuto con le stesse modalità; sempre a dicembre un apprendista dipendente delle Ferrovie dello Stato è stato travolto da un treno a Terricola mentre lavorava alla tratta ferroviaria Roma-Napoli. L’ultima tragedia risale a pochi giorni fa, quando un uomo di 45 anni di origine romena è stato travolto e ucciso nei pressi della stazione di Palo Laziale da un treno regionale partito da Roma Termini e diretto a Civitavecchia.
Quali sono gli strumenti legislativi approntati per combattere il fenomeno e ci sono, invece, delle soluzioni ancora da adottare?In materia di sicurezza sui luoghi di lavoro il nostro Paese presenta un quadro legislativo abbastanza completo. Il primo riferimento risale alla legge 547 del 1955, che ha regolamentato la sicurezza nei luoghi di lavoro fino agli anni Novanta. Le più recenti sono il decreto 626 del 1994, con le successive modifiche, la legge 494 del 1996 sui cantieri, la 123 dello scorso 8 agosto, fino ad arrivare al decreto Bersani e al decreto legge sulla sicurezza, attualmente in fase di discussione.
Le norme esistenti sono adeguate, quello che occorre far capire, al di là degli strumenti legislativi, è che è necessario diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro, a partire dalle aziende, ed avere più rispetto per le condizioni dei lavoratori. Nel caso della ThyssenKrupp, cui lei faceva riferimento, l’impresa ha grandi colpe, tra cui quelle di aver dimezzato il personale, prolungando così l’orario lavorativo degli operai a disposizione, costretti a turni anche di 16 ore, e di non aver tenuto conto delle esigenze dei suoi dipendenti.
Secondo lei, il lavoro nero influisce sul problema e in che misura?Il lavoro nero ha influito e influisce sul problema. È ovvio che nel caso dell’assunzione in nero di un lavoratore ci sia scarsa o nessuna attenzione per la sicurezza del lavoratore. Tuttavia ora con le nuove norme il lavoro nero è fortemente perseguito: di recente, infatti, è avvenuta la chiusura di 3000 cantieri edili in seguito alla disposizione che vieta una percentuale di lavoratori in nero superiore al 20% dei dipendenti. Questo è solo un esempio di come si stia cercando di debellare il fenomeno.
CHIARA DEL PRIORE (10/01/08)
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