Monday, February 12, 2007
Un'altra pagina della triste storia della violenza negli stadi è stata scritta lo scorso 2 febbraio.
Scenario è lo stadio Angelo Massimino di Catania durante il derby Catania-Palermo: nel corso degli scontri tra ultras e polizia resta ucciso l'ispettore Filippo Raciti, 38 anni, sposato e padre di due figli, colpito da un giovane diciassettenne con un lavabo divelto dai bagni della curva Nord.
Lo sconcertante accaduto ha inevitabilmente provocato reazioni immediate e contrapposte: se in molte città italiane sono apparse terribili scritte anti-polizia inneggianti i recenti fatti, gran parte dell'opinione pubblica e le istituzioni hanno mostrato grande sconcerto per un episodio che, come tutti sanno, è purtroppo solo l'ultimo di una lunga serie e che ha reso necessaria l'adozione di soluzioni incisive.
Il rislutato più immediato è stato un decreto legge varato nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri, che prevede, tra gli altri provvedimenti, l'inasprimento delle pene per chi commette atti di violenza e per il reato di resistenza a pubblico ufficiale (carcere da 5 a 15 anni) e la disputa delle partite a porte chiuse per tutti gli stadi non in regola con le disposizioni previste dal decreto Pisanu.
Domenica 11 febbraio, infatti, quattro partite (Atalanta-Lazio, Chievo-Inter, Messina-Catania e Fiorentina-Udinese) sono state disputate senza il pubblico, mentre tutte le altre sono state giocate "a porte aperte", una volta accertata l'agibilità degli stadi (in serie A sono completamente agibili gli stadi di Roma, Genova, Siena, Cagliari, Torino e Palermo).
Interventi come questi sono sicuramente lodevoli ma a mio avviso rappresentano, come spesso accade in occasioni come questa in cui, come si dice, "ci scappa il morto", delle soluzioni adottate in fretta per far sentire la presenza delle istituzioni rispetto a simili episodi.
Il vero problema è innanzittutto punire al più presto i colpevoli, ma soprattutto chiedersi perchè in passato non sono state adottate soluzioni di rilevo o perchè gli interventi messi in atto non si sono dimostrati adeguati a risolvere il problema, come i recenti fatti dimostrano in maniera evidente.
La speranza è che, una volta cessato il clamore nato attorno al terribile episodio, problematiche come questa non vengano di nuovo dimenticate, aspettando che accada un altro tragico avvenimento per ritornare in primo piano.
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